Il ritorno del Reale

Tullio Tidu: Quali mostre bisogna assolutamente vedere a Milano e dintorni in questo inizio d’anno?

Giorgio Viganò: Visitata in extremis all’ultimo giorno forse la più bella mostra del 2019! Mi riferisco a Sean Scully, a Villa Panza a Varese. Quasi un’antologica, con oltre ottanta opere, disseminate fra le splendide sale della dimora settecentesca, in dialogo con arredi, decori, stucchi d’epoca e sculture africane. Un percorso che si snoda sui diversi piani della villa e coinvolge anche alcuni ambienti delle scuderie e la vecchia orangerie, ove l’artista ha collocato sulla vetrata esterna 27 formelle in vetro Tiffany dipinte a bande colorate, donate come opera permanente. La mostra inizia presentando i primi lavori dell’artista della fine degli anni ’60, ancora studente a Londra, prima del suo trasferimento negli Stati Uniti nel 1973, divenuto definitivo a partire dal
1975. In esposizione alcune opere fondamentali del percorso artistico di Scully quali “Backcloth” del 1970 e “Diagonal Inset” del 1973. Presente anche il lavoro che può definirsi come il manifesto dell’artista “Backs and Front”, un monumentale work inprogress ultimato nel 1981, di oltre sei metri e composto da undici tele. L’esposizione prosegue poi nelle diverse sale con lavori più recenti come i “Passenger” e i “Doric” e alcune serie di fotografie che documentano sia le architetture spontanee delle case in legno di alcuni paesi del Centro America, sia i muretti a secco delle isole Aran. Nelle ultime sale , la sorpresa: la serie “Madonna” del 2019 ci rivela un Scully figurativo, che ritrae il figlio che gioca sulla spiaggia ,una pittura più attenta al colore che al segno, un’esplosione coloristica che richiama Matisse e gli espressionisti tedeschi del secolo scorso. Forse i quadri che ci convincono meno, o forse lo Scully che non ti aspetti e ti spiazza con una proposta completamente nuova, differente e lontana dalla sua produzione precedente. (Visitata il 6 gennaio 2020)

Backcloth_1981_acrilico su tela_courtesy of Villa Panza Varese

Com’è il programma di palazzo Reale per il mese di Gennaio?

Su tutto una serie di opere storiche di Emilio Vedova. Avrebbe sorriso compiaciuto Emilio alla vista dell’installazione dei suoi Plurimi della serie Absurdes Berliner Tagebuch nella sala delle Cariatidi di Palazzo Reale, con due elementi appesi là, in alto, e poi gli altri a terra sparsi ovunque nello spazio. È così che li voleva lui, come mi spiegò un giorno, donandomi un prezioso catalogo d’epoca che riproduceva questi lavori eseguiti a Berlino nel 1963-64. Già la visione di queste pitto-sculture, strutture a cerniera snodabili e articolabili (solitamente in permanenza alla Galleria dì Berlino – dono dell’artista -) vale la visita alla mostra. I Plurimi sono, tra l’altro, sia una risposta alla ricerca della terza dimensione in pittura di Lucio Fontana, sia una denuncia ai “disastri della guerra”, con queste lacerazioni, i colori acidi, le disseminazioni, … e poi con un salto temporale di vent’anni, i Dischi, forse i lavori più belli ed emblematici: tanta pittura in bianco e nero, superfici dipinte sui due lati, dischi posti a terra, dischi in equilibrio (il grande disco “trafitto” dalle bricole), dischi alle pareti e anche uno viola là in alto, che quasi fuoriesce dal muro diagonale che scandisce e divide lo spazio della sala delle Cariatidi. Nella piccola sala antistante , alcuni lavori dagli anni ’50 agli anni ’80 alle pareti, e al centro alcuni esemplari dei…”Cosiddetti Carnevali”, opere che Vedova tenne “nascoste” per oltre 15 anni.

Palazzo Reale- fino al 9 febbraio – ingresso gratuito

Tondo non dove_1986_olio su legno_diam. 280 cm._courtesy of Palazzo Reale

Hai visto qualcosa di inconsueto, rispetto alle classiche mostre?

Talvolta, per una curiosa circostanza, ci si imbatte in una proposta, un evento che normalmente non si era considerato. È il caso della mostra dei gioielli della maison francese Van Cleef & Arpels in corso a Palazzo Reale, nelle sale passanti immediatamente precedenti l’esposizione di Emilio Vedova alla sala delle Cariatidi. Passaggio obbligato (e visita gratuita) invitano alla curiosità. E scopri un mondo di oltre 400 gioielli  (spille, orecchini, clips, bracciali, colliers, orologi, diademi, ecc…) che rappresentano al meglio oltre cento anni della produzione orafa della casa francese. Alcuni oggetti esposti sono veri capolavori d’arte, come alcune collane e complementi degli anni ’20  del secolo scorso che rappresentano appieno l’Art Déco, oppure la famosa collana Zip (si, proprio la cerniera!) trasformabile in bracciale, oltre ad alcuni gioielli appartenuti nel corso del tempo alla Begum, moglie dell’Aga Khan, a Soraya, a Maria Callas e a Elisabeth Taylor.  Quattordici sale in cui sono rappresentati anche fiori, foglie, felci, boccioli, quadrifogli ma anche colibrì, uccelli del paradiso, colombi, libellule. Uno splendore di ori e platino, perle, diamanti,zaffiri, rubini, smeraldi: una gioia per gli occhi; soprattutto quelli delle signore…    

Palazzo Reale – Fino al 23  febbraio 2020 – ingresso gratuito

Collana Zip_Van Cleef & Arpels_courtesy of Palazzo reale

Da Palazzo Reale alla Villa Reale di Monza il passo è breve…

Presso le Argenterie della Villa Reale di Monza, una raccolta selezionata di lavori in ceramica policroma caratterizza l’esposizione “Animalia”, del duo Bertozzi&Casoni. Il virtuosismo tecnico espresso in queste opere comunica una non scontata idea di bellezza, esplicitata con accostamenti che richiamano il surrealismo classico e l’iperrealismo americano anni ’80. Una tecnica maniacale accompagna il fare artistico, ove il cartone della Cuccia Brillo, dal Brillo Box di Andy Warhol, è ripreso e scomposto e mostra una fustella più vera del vero. Ornamenti e citazioni che dovrebbero impreziosire le nature morte spesso rappresentano una effimera allegoria (Grottesca-2013 – Grottesca con fenicottero) della agonizzante società moderna, racchiudendo nei loro soggetti un fascino decadente, citazioni barocche,eseguite con un materiale nobile. Talvolta sotto una superficiale espressione ludica e leggera,fanno capolino elementi incongrui , presenze inquietanti (La fine – 2015-) che pervadono le opere di una malcelata tristezza. Un lavoro, a nostro avviso, ove la tecnica prevale su tutto.

Villa Reale di Monza – Fino al 07 Febbraio 2020 – ingresso gratuito

Bertozzi & Casoni, Cuccia Brillo con setter inglese, 2018, ceramica policroma_ courtesy of Villa Reale
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