
Tullio Tidu: Ci siamo lasciati all’inizio della pandemia. Con la progressiva riapertura degli spazi espositivi, hai visto qualcosa dalla tua Finestra?
Giorgio Viganò:Ho visitato la mostra di Giulio Paolini da De Carlo a Palazzo Belgioioso. Citazione e arte colta sono sempre state l’ambito e il perimetro da cui ha tratto ispirazione per il suo modello di “prodotto artistico”, fin dagli esordi con il suo “Giovane che guarda Lorenzo Lotto”. A quasi ottant’anni l’artista propone una riflessione su un altro pittore veneziano: Giandomenico Tiepolo, figlio di Giambattista, noto soprattutto per i suoi “Pulcinella”. In questo caso l’attenzione è rivolta all’affresco”Mondo Nuovo”, staccato dalla villa di Zianigo, oggi al museo di Ca’ Rezzonico a Venezia. Una folla, ripresa di spalle, si accalca per guardare dentro una costruzione in legno (una lanterna magica?) per ammirare forse visioni di un mondo esotico, immagini e testimonianze di terre lontane (i viaggi di Cook sono di pochi anni prima) oppure il messaggio di nuove idee (la Rivoluzione francese è solo di due anni prima). È comunque la curiosità per il nuovo che attrae e la folla volta le spalle al vecchio, al già conosciuto che si trascina stancamente e non interessa più.

Il meno “poverista” degli artisti dell’Arte Povera, il più concettuale, anche qui non rinnega la sua formazione di grafico, la predilezione per il disegno e la conoscenza della storia dell’arte, rielaborata di volta in volta con differenti citazioni. Protagonista della mostra è un grande collage, disposto da Paolini al centro della parete principale, che rievoca in frammenti l’opera del Tiepolo, collages disseminati attorno ad una vuota cornice. Anche in questo caso, come in altri lavori di Paolini, vengono enfatizzate le qualità prospettiche, la relazione con lo spazio e l’incontro tra opera e visitatore. Nella prima sala una citazione della vita dell’artista con la disposizione su un tavolino tondo di alcune fotografie che lo ritraggono ancora bambino. Il lento ma inesorabile trascorrere del tempo! In autunno festeggera’ gli 80 anni con una grande mostra sempre a Milano da Christian Stein.


Giulio Paolini, Il mondo nuovo,Massimo De Carlo Palazzo Belgioioso, Milano,15.06.2020 – 03.10.2020
Tullio Tidu: ho letto che ci sono grandi novità tra i grattacieli di CityLife.
Giorgio Viganò: Sì. In occasione della Milano Art Week, nel verde di CityLife sono state inaugurate due nuove istallazioni di Maurizio Nannucci e Wilfredo Prieto.La doppia scritta di neon luminosi di Nannucci (New Times for Other Ideas/New Ideas for Other Times) è stata collocata sulla facciata del Padiglione 3 (Palazzo delle Scintille), l’ultimo rimasto della sede storica della Fiera di Milano. La scritta con tubi al neon rosso e blu si ripete specularmente sul lato destro e quello sinistro della facciata, invitando il pubblico ad una più che attuale riflessione su questi tempi in rapida evoluzione e sul modo in cui le idee progrediscono e si intrecciano.“Beso” è invece il titolo dell’opera di Wilfredo Prieto, composta da due massi di 30 tonnellate ciascuno, trasportati dai ghiacciai, e posizionati uno accanto all’altro: sembrano quasi sfiorarsi e baciarsi. Grezze pietre dolomitiche, un elemento arcaico, non finito, modellato naturalmente dal ghiacciaio, a creare un forte contrasto con un ambiente architettonico circostante costituito da grattacieli in vetro e acciaio, uffici, centri commerciali e scritte luminose. Queste due opere vanno ad aggiungersi a quelle implementate negli ultimi mesi negli spazi verdi di CityLife, che si sta man mano trasformando in un museo a cielo aperto. Sono già state collocate nel parco le sculture di Riccardo Benassi, Pascale Martine Tayou, Matteo Rubbi, Serena Vestrucci, e Judith Hopf. A breve, già commissionate, seguiranno i lavori site specific di Rossella Biscotti, Kiki Smith, Alfredo Jaar, Mario Airò, Jeremiah Deller, Shilpa Gupta e Adelita Husni-Bey. Milano sembra avere una gran voglia di ripartire!


Mialno Art Week, 7-13 settembre.